Sono nata in un piccolo centro della Sicilia e alle ragazze come me non era chiesto nulla, solo un buon matrimonio. L’atto di coraggio di andare via dalla Sicilia a 18 anni, è stato lo sforzo più grande, il resto è stata una logica conseguenza di quel primo atto fondamentale: la laurea in Sociologia a Urbino, il Master sul Terziario avanzato all’Istituto Tagliacarne di Roma e tutte le altre esperienze di formazione e professionali che sono seguite. Poi la possibilità di lavorare a Roma per un importante Ente Ospedaliero come analista di organizzazione. Vent’anni dopo sono Responsabile della Direzione Organizzazione e Sistemi dello stesso Ente e gestisco la progettazione del sistema informativo sia sanitario che amministrativo, le centrali telefoniche, la rete di collegamento dati e i vari sistemi tecnologici necessari alla gestione di 5 ospedali in rete.
Lavoro perchè l’Ente sia un’organizzazione costituita da persone tutte importanti. Dietro un atto medico competente, si cela il lavoro di tutte le persone che lo rendono possibile, sia donne che uomini, sia personale sanitario che amministrativo e operaio-tecnico.
Vorrei potere vedere crescere mio figlio in un mondo dove le persone possano esprimersi secondo le proprie possibilità e talenti, dove le mie nipoti possano sentirsi accettate per quello che sono e possano sentire la loro condizione di genere come un valore.

Per il resto, la mia tavola da windsurf mi ricorda la necessità di rimanere flessibili e di giocare con il vento.