Misoginia, uno strumento politico

Circa tre anni fa Donnesenzaguscio ha proposto un incontro di libera discussione tra donne manager, o che desiderano la propria realizzazione anche nel lavoro, su un tema molto sentito: ‘Un passo in alto. Più donne nei vertici aziendali per cambiare la natura del potere’.  Ci sono infatti evidenti prevaricazioni che le donne vivono nel lavoro. L’incredibile gap retributivo e di carriera: il lavoro delle donne vale sempre meno di quello degli uomini. Perché il top management, dove si decidono le politiche aziendali, rimane loro territorio quasi esclusivo. Così continua a riprodursi una cultura solo maschile e spesso misogina. Bisogna che più donne entrino nei vertici aziendali con la loro concezione differente del mangement. Sono seguiti altri incontri, attraversando i cambiamenti dovuti al covid. Come l’espandersi della misoginia nel lavoro quotidiano, di cui abbiamo discusso recentemente. Avendo dunque fatto un’analisi profonda della misoginia come strumento politico, abbiamo raccolto in un documento gli aspetti essenziali, per trasmetterla ad altre donne, e speriamo anche uomini.

Qui indichiamo i temi più rilevanti.

Il concetto della misoginia come strumento di potere apre una prospettiva nuova. Chiamarla con questo nome rende consapevoli delle dinamiche strategiche della misoginia oltre le apparenze di superficie, per poterla contrastare. La misoginia non è questione di casi di arretratezza culturale o maschilismo, ma è strumento di un sistema di dominio maschile ormai chiaro e inaccettabile. Bisogna dunque andare alla radice di questo sistema. Donne e uomini insieme, per trasformare il mondo del lavoro in un mondo che prevede la libertà delle donne nel lavoro e nel management, che non può esistere senza le donne e la loro visione, senza cambiare il lavoro per tutti e tutte. Agli uomini chiediamo di essere parte di questa trasformazione.

 

Qui il documento completo

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